Diritto all’oblio Google: casi famosi e richieste di rimozione notizie
2 Aprile 2023
Cancelliamo i Dati Indesiderati
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Nell’articolo odierno riporteremo alcuni casi famosi di richieste di rimozione contenuti obsoleti Google, prese direttamente dal sito ufficiale del Garante Privacy. In questo modo, sarà più intuitivo e semplice poter capire quali criteri devono essere rispettati, perché il contenuto dannoso per l’utente debba essere rimosso dall’Autorità competente.
Provvedimento del 10 febbraio 2022
Nel provvedimento del 10 febbraio 2022, un cittadino ha presentato ricorso nei confronti di Google LLC a seguito della richiesta di deindicizzazione di 27 URL collegati ad articoli pubblicati dal 2012 al 2019, che danno conto di una indagine per bancarotta fraudolenta condotta in seguito alla quale la reclamante ha patteggiato la pena con due anni di reclusione.
La vicenda giudiziaria, che ha causato attenzione mediatica perché aveva coinvolto personaggi politici anche implicati con la mafia, si è conclusa con un patteggiamento nel 2018, accettato dalla reclamante a seguito di minacce e per l’esigenza di far ripartire l’attività imprenditoriale. Una volta pervenuta la richiesta, Google ha comunicato di non poterla accogliere in quanto i contenuti cui indirizzano gli URL in questione riferiscono del procedimento penale in cui la reclamante è stata imputata per il reato di bancarotta fraudolenta ed il patteggiamento equivale a tutti gli effetti a una condanna, per cui non può giustificare il preteso diritto all’oblio.
In data 10 febbraio 2022 il Garante Privacy, emettendo il relativo provvedimento, ha dichiarato il reclamo infondato in quanto deve ritenersi tuttora sussistente l’interesse pubblico a conoscere la relativa vicenda, tenuto conto che la stessa riguarda condotte che risultano essere state poste in essere dalla reclamante in correlazione con la propria attività professionale, che è tuttora in corso di svolgimento.
Provvedimento del 28 luglio 2022
Il provvedimento del 28 luglio 2022 è inerente la richiesta di rimozione, presentata da un cittadino, nei confronti di Google LLC di alcuni URL collegati ad articoli giornalistici risalenti al 2012 e riguardanti una vicenda giudiziaria che aveva coinvolto il medesimo ed alcuni altri soggetti che all’epoca erano propri clienti. Il reclamante ha inoltre specificato che gli articoli originali, riprodotti nei suddetti link da servizi di news feeding, sono stati già rimossi dagli editori delle relative testate giornalistiche.
Attraverso una nota, Google ha comunicato al reclamante di non poter prendere alcun provvedimento riguardo i primi due URL in quanto non risultano essere visualizzati tra i risultati di ricerca di Google associati al proprio nominativo. I restanti URL, invece, non risultano accessibili in quanto è necessaria una registrazione presso il relativo sito per poter accedere alla versione integrale degli articoli.
Secondo Google, infine, le pagine collegate agli URL contestati attengono a reati commessi nell’esercizio della professione svolta dal medesimo, sia all’epoca dei fatti che attualmente, e che pertanto, nonostante le scarne informazioni riferite nel reclamo, deve ritenersi sussistente l’interesse del pubblico. Nel provvedimento del 28 luglio 2022 il Garante Privacy ha rilevato che i predetti articoli riportano notizie non aggiornate ed avvenute nel 2012 rispetto ai quali la vicenda risulta essere terminata, motivo per cui il ricorso è stato ritenuto fondata ed è stato ordinato a Google di rimuovere informazioni personali da Internet entro 30 giorni dalla ricezione del provvedimento.