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Cancellare notizie da Google: leggi questi provvedimenti del Garante

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Anche oggi torniamo a parlare del diritto all’oblio e delle richieste effettuate dagli utenti per cancellare notizie da Google.

I provvedimenti del Garante della Privacy Italiano

Relativamente al diritto all’oblio, analizziamo alcuni provvedimenti emessi dal Garante Privacy italiano.

Provvedimento dell’8 luglio 2015

Nel provvedimento dell’8 luglio 2015, una professionista a chiesto a Google di rimuovere informazioni personali da Internet in quanto, effettuando una ricerca a partire dal suo nominativo, i risultati rimandavano ad un sito contenente informazioni diffamatorie nei suoi confronti. Queste hanno leso gravemente la sua reputazione privata e professionale.

Inoltre, la ricorrente ha chiesto la liquidazione in proprio favore delle spese sostenute per il procedimento. Contrariamente a quanto comunicato dalla reclamante, Google ha stabilito che non ci sono i presupposti per invocare il diritto all’oblio. Le informazioni rispetto alle quali la ricorrente chiede la deindicizzazione sono dei commenti rilasciati da alcuni utenti del sito “International School Review” dove gli insegnanti delle varie scuole internazionali nel mondo possono scambiare le proprie opinioni in merito ai vari istituti.

Il Garante Privacy, analizzata la vicenda ed in virtù del lasso di tempo trascorso dall’inserimento del post (quasi dieci anni), ha ritenuto fondato il reclamo, poiché sussistono giusti motivi per compensare fra le parti le spese del procedimento.

Provvedimento del 30 aprile 2015

Nel provvedimento del 30 aprile 2015, a seguito di una ricerca effettuata su Google, inserendo il suo nome e cognome, un cittadino ha chiesto di cancellare notizie da internet, collegate ad articoli e post pubblicati tra il 2011 e il 2013 su diversi siti internet e blog. Questi contenevano dati personali che lo riguardavano, riferiti ad un noto scandalo del “sangue infetto” che ha interessato migliaia di pazienti sottoposti a trasfusioni di sangue, poi risultato infetto.

Secondo il reclamante, la vicenda risale agli anni ’90 e non ha trovato alcuna corrispondenza sul piano giudiziario nei suoi confronti. Pervenuta la richiesta di deindicizzazione, Google ha comunicato al reclamante che non era possibile accogliere la sua richiesta, in quanto tutt’ora di interesse pubblico, dal momento che si tratta di uno scandalo che ha coinvolto migliaia di persone.

Il Garante Privacy ha stabilito che, le notizie pubblicate in un arco temporale compreso tra il 2011 e il 2013, sebbene riferite a fatti accaduti negli anni ’90, risultano di evidente pubblico interesse, tenuto conto dell’attività svolta dal ricorrente, sia all’epoca dei fatti narrati che nell’attualità e della sua innegabile notorietà. Inoltre, la vicenda non sembra ancora conclusa definitivamente, motivo per cui il reclamo è stato ritenuto infondato.

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