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Si possono sempre rimuovere notizie da Google con il nuovo diritto all’oblio?

Google diritto all'oblio

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A partire dal 1° gennaio 2023, sono entrate in vigore le nuove norme che regolano il diritto all’oblio, grazie alla Riforma della Giustizia del ministro Marta Cartabia. Diritto che prevede la possibilità per un soggetto, qualora si concretizzino i giusti criteri, di eliminare notizie da Internet. Tra le principali novità troviamo sicuramente la possibilità, per i cittadini, di chiedere che venga indicato l’obbligo per i motori di ricerca di deindicizzare gli articoli di giornale o qualsiasi contenuto che riguarda il tema, a seguito di una sentenza di assoluzione.

Queste nuove norme sono regolate dall’art.64-ter del Codice penale. Tuttavia, con il trascorrere del tempo, si sono sollevate alcune obiezioni dal mondo della politica, non tanto sul principio di queste nuove norme, ma sulle sue applicazioni pratiche.

Cosa stabilisce l’articolo 64-ter della Riforma Cartabia

L’articolo 64-ter stabilisce che: “La persona nei cui confronti sono stati pronunciati una sentenza di proscioglimento o di non luogo a procedere ovvero un provvedimento di archiviazione può richiedere che sia preclusa l’indicizzazione o che sia disposta la deindicizzazione, sulla rete internet, dei dati personali riportati nella sentenza o nel provvedimento“.

È corretto dire, quindi, che una persona che è stata assolta anche, in alternativa, ha visto archiviata la sua posizione può chiedere che nella sentenza venga inserito il divieto a indicizzare i propri dati online o, se già in circolazione, di deindicizzarli. Come abbiamo detto, però, ci sono alcune sfumature che rendono più complessa del previsto l’applicazione del nuovo diritto all’oblio.

Le principali problematiche del nuovo diritto all’oblio

Fino al 1° gennaio 2023, il processo di deindicizzazione era lasciato alla discrezionalità del soggetto a cui veniva richiesto. Oggi però, emanando una norma specifica sui procedimenti giudiziari significa che, se un cittadino è stato dichiarato innocente, di conseguenza anche le notizie sul suo procedimento perdono di interesse pubblico, motivo per cui è giustificata la deindicizzazione.

Tuttavia, già il Codice privacy considerava la richiesta di preclusione dell’indicazione delle generalità della persona durante l’utilizzo della sentenza a causa di motivi di comunicazione o informazione. Inoltre, la deindicizzazione non comporta la possibilità di rimuovere informazioni personali da Internet, ma semplicemente la sua esclusione nelle chiavi di ricerca sul web. In altre parole, se tale informazione viene ricercata attraverso altre chiavi di ricerca, potrebbe comunque essere reperita in rete.

È per questo che si parla di deindicizzazione e non di cancellazione. Un altro dei “problemi” relativi alle nuove norme che regolano il diritto all’oblio è quello di applicare il processo di deindicizzazione soltanto tramite i risultati che appaiono nei motori di ricerca italiani e non in quelli esteri.

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