La rimozione dei contenuti da Google, ad oggi, si baserà sulla seconda versione delle Linee Guida 5/2019 aggiornata al 5 luglio 2020.
Si tratta del c.d. diritto all’oblio sui motori di ricerca, vale a dire non una effettiva rimozione dei contenuti contestati da un utente, ma l’informazione indesiderata viene resa inaccessibile.
Diritto all’oblio
Per tutelare la privacy ed esercitare il diritto all’oblio potrebbe essere necessario rimuovere dei dati o una ricerca dalla rete.
Avvalendosi dell’articolo 17 del Regolamento generale sulla protezione dei dati anche detto GDPR, chiunque può ottenere la rimozione delle notizie pregiudizievoli dal web, riferimenti, informazioni o notizie che in qualche modo possano ledere o danneggiare la sua immagine e reputazione. L’interesse del soggetto a non comparire più online può essere dettato dalle più disparate motivazioni: la richiesta di rimozione, infatti, potrebbe essere correlato a fatti di cronaca o per una mera volontà di “essere dimenticato”.
Le Linee Guida nel 2022
Come si è già avuto modo di chiarire, a partire dal 7 luglio 2020 sono valide le linee guida sul diritto all’oblio presenti nella seconda versione aggiornata in materia di cancellazione delle informazioni da Google.
In particolare, da tali linee guida si evincono in maniera più precisa i casi in cui è possibile per il soggetto interessato richiedere la deindicizzazione. Altresì, le predette chiariscono le eccezioni all’esercizio del summenzionato diritto.
Semplificando, l’obiettivo principale delle linee guida è quello di trovare un bilanciamento tra il diritto all’oblio vantato dal singolo utente e il diritto all’informazione del pubblico. La prevalenza dell’uno sull’altro non sarà riconosciuta in termini assoluti, ma andrà valutato caso per caso quale dei due diritti sia maggiormente da tutelare.
Il fine, dunque, delle linee guida è proprio quello di raggiungere un equilibrio e garantire a ciascuno la tutela del diritto vantato.