La censura di Google afferisce alla rimozione di informazioni dal motore di ricerca o, in alternativa, da società da esso controllate come, ad esempio, YouTube. La censura può essere adottata per diversi motivi: adeguarsi a politiche aziendali, per richieste legali dettate dal diritto all’oblio degli utenti o, infine, per leggi di censura governativa.
È importante sapere, inoltre, che la censura di Google subisce delle modifiche a seconda dei Paesi e dei rispettivi regolamenti. Soprattutto in questi ultimi anni, poi, sono cambiate le politiche e gli obiettivi di censura di Google, tanto che sono aumentati notevolmente i dibattiti in merito alla censura stessa.
Il Transparency Report
È chiamato “Transparency Report” lo strumento grazie al quale il motore di ricerca più utilizzato al mondo riesce a misurare la censura online. Attraverso questo servizio, infatti, Google si prefigge di evidenziare in quali Paesi è più “attiva” la censura.
Dai piani alti di Google è sempre stato dichiarato che la politica del motore di ricerca è quella di attivarsi in modo tempestivo per eliminare notizie dal web o altri contenuti pubblicati in modo illegale. La posizione di Google nei confronti dei Governi che inoltrano richieste per eliminare notizie da Internet semplicemente perché ne veniva criticata l’attività è, invece, ben più intransigente.
In quali casi Google censura un contenuto da internet?
Lo Stato che svolge un’attività di censura molto frequente rispetto ad altri è la Gran Bretagna, seguito poi da Corea del Sud, Turchia e Stati Uniti. Se guardiamo i dati del nostro Paese, possiamo notare che ci troviamo ad un livello piuttosto basso, anche rispetto a Stati come la Francia, la Germania o la Francia. Ovviamente, va tenuto in considerazione anche il fatto che ad ogni nazione corrisponde una diversa popolazione.
Per cui, è naturale che i 300 milioni di abitanti degli Stati Uniti hanno un numero maggiore di contenuti da rimuovere o censurare. Per quanto riguarda la Gran Bretagna, invece, c’è da considerare che la maggior parte delle richieste pervenute a Google per rimuovere informazioni personali da Internet riguardano un unico caso
Si tratta della maxi-richiesta di rimozione di 93 mila pubblicità truffa, che risale al 2010. Togliendo questo caso, infatti, i numeri rimangono allineati rispetto a quelli del resto d’Europa. Un discorso simile vale anche per la Corea del Sud, in quanto circa 32 mila richieste riguardano questioni relative a “privacy e sicurezza”.