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Cancellare notizie da Google, un provvedimento del Garante

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Tramite il sito ufficiale del Garante Privacy è possibile consultare, oltre alle varie novità in merito alla privacy e alle normative che la regolano, anche molti provvedimenti che lo stesso Garante emette, in merito alle richieste di diritto all’oblio degli utenti, che desiderano eliminare notizie da Google. A tal proposito oggi parleremo di un interessante provvedimento, emesso in data 10 dicembre 2020 dall’Autorità. Analizziamo i fatti.

La vicenda

Il Garante Privacy è stato interessato da un cittadino, attraverso un reclamo, a seguito del rifiuto da parte di Google LLC di rimuovere alcuni URL collegati ad articoli che riportano informazioni relative ad una vicenda giudiziaria risalente al 2019 davanti alla Corte dei Conti, al termine della quale l’interessato è stato condannato al risarcimento del danno di immagine all’ordine giudiziario per l’ammontare di 281 mila euro, causato dalla illecita sottrazione di denaro da una procedura fallimentare nella quale il reclamante svolgeva il ruolo di curatore.

In particolare, l’interessato ha riferito che l’articolo di cui si chiede la rimozione è stato pubblicato il 12 febbraio 2019 dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Bari e poi ripreso integralmente da un blog anonimo e pirata e che, nel marzo 2019, lo stesso articolo è stato poi rimosso dalla Gazzetta del Mezzogiorno.

Il rifiuto di Google LLC ed il provvedimento del Garante Privacy

Con una nota del 21 settembre 2020, Google comunicava all’interessato l’impossibilità di accettare la richiesta di deindicizzazione per la rimozione contenuti obsoleti Google, in quanto le notizie risalgono al 2019 ed è mancante il requisito del trascorrere del tempo. Inoltre, secondo il motore di ricerca, l’articolo è tuttora di interesse pubblico, in virtù del ruolo professionale svolto dal reclamante, dato che l’URL rimanda ad informazioni relative al ruolo di curatore fallimentare da questi ricoperto in alcune procedure fallimentari.

Con il provvedimento n. 9559773 del 10 dicembre 2020, il Garante Privacy ha rilevato che l’articolo oggetto del reclamo riporta avvenimenti piuttosto recenti facendo riferimento ad una sfavorevole sentenza della Corte dei Conti, in primo grado, intervenuta nel 2019 relativamente ad una condotta tenuta dal reclamante mentre svolgeva una funzione pubblica, in quanto curatore fallimentare di una società, e per la quale ha patteggiato una condanna che è stata anche oggetto di indulto.

Inoltre, il reclamante svolge attualmente un’attività professionale (avvocato) per la quale la conoscenza da parte del pubblico delle vicende giudiziarie riferite dall’articolo assume un’indubbia rilevanza. Per tali circostanze il reclamo è stato ritenuto infondato. Per leggere il provvedimento integrale clicca qui.

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